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Io canto l'arme e 'l cavalier sovrano,
che tolse il giogo a la citta< di Cristo.
Molto co 'l senno e con l'invitta mano
egli adopro< nel glori|oso acquisto;
e di morti ingombro< le valli e 'l piano,
e correr fece il mar di sangue misto.
Molto nel duro assedio ancor sofferse,
per cui prima la terra e 'l ciel s'aperse.

Quinci infiamma^r del tenebroso inferno
gli angeli ribellanti, amori e sdegni;
e, spargendo ne' suoi veneno interno
contra gli arma^r de l' Ori|ente i regni:
e quindi il messaggier del Padre eterno
sgombro< le fiamme e l'arme e gli odi indegni,
tanto di grazia die< nel dubbio assalto
a la croce il Figliuol spiegata in alto.

Voi che volgete il ciel, superne menti,
e tu che duce sei del santo coro,
e fra giri la< su veloci e lenti,
porti la face luminosa e d'oro;
il pensier m'inspirate e i chiari accenti,
perch'io sia degno del toscano alloro:
e d'angelico suon canora tromba
faccia quella tacer ch'oggi rimbomba.

Cintio, che di virtu< gli antichi esempi
rinovi, e co ' . . .